È uno dei più importanti siti paleolitici italiani, sia per la successione stratigrafica (Musteriano, Aurignaziano, Epigravettiano) e la ricostruzione dei modi di vita dei gruppi umani, sia per le evidenze funerarie (una inumazione) e artistiche (oltre 200 reperti, molti inediti).
Le ricerche, avviate nel 1962, sono ancora in corso ad opera di Antonio Guerreschi e Federica Fontana (Università di Ferrara).