Sito dell’Epigravvettiano finale scoperto negli anni ‘950 e oggetto di scavi ad opera di Amilcare Bietti (Università di Roma La Sapienza) a partire dal 1979.
Il reperto inciso fu rinvenuto da Luigi Cardini (Istituto Italiano di Paleontologia Umana) durante il suo sondaggio del 1963 in un contesto non in situ (strato B).
Le successive indagini di Bietti hanno messo in luce uno strato in giacitura primaria (strato D) con datazioni radiometriche comprese tra 13.665±190 bp e 12.400±170 bp non cal.
A questa fase di occupazione del riparo potrebbe appartenere il reperto mobiliare.