Importante sito paleolitico, oggetto di scavi di A.M. Radmilli (Università di Pisa) alla fine degli anni '960. Contiene una sequenza con livelli del Gravettiano, dell’Epigravettiano antico e del passaggio al Mesolitico.
Ha restituito sepolture e numerosi oggetti di arte mobiliare con incisioni geometrico-lineari e due "Veneri".
Un ricco complesso di incisioni mobiliari, su supporti in pietra e in osso, è stato messo in luce nel deposito fuori della grotta in un orizzonte epiromanelliano, al passaggio Pleistocene-Olocene. Si tratta del più abbondante contesto mobiliare italiano, infatti i supporti incisi sono 505 in totale, 389 litici e116 in osso e corno. Quelli litici (blocchetto, lastrina, ciottolo, superficie corticata) sono di dimensioni medio-piccole e le incisioni interessano una o entrambe le facce. Su una trentina di pietre sono rimaste tracce di ocra rossa. Alcuni oggetti sono stati utilizzati, anche come percussori. Molti oggetti incisi sono stati intenzionalmente fratturati dopo l’incisione e ciò ha fatto ipotizzare un comportamento simbolico-rituale. I supporti in materia dura animale sono nella quasi totalità resti di cervide, le incisioni non sempre sono leggibili e la decorazione è più semplice rispetto a quella su pietra.